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ICONOGRAFIA DELLA STELE IN ARDESIA INTOTALATA A GIOVANNI PANSOLIN

Aggiornamento: 19 apr 2021



"E' giusto di un anno fa, la decisione del Gruppo Alpini Solighetto di erigere un monumento ad un alpino illustre della comunità.

Ma come rappresentare e dare forma alla memoria con un monumento?

La pietra naturale, da sempre è servita a raccontare la memoria storica, conferendone dignità e spessore artistico.


Sebbene l'Alpino nasca originariamente come soldato di fanteria addestrato per il combattimento in montagna, ad esso si è fatto ricorso in teatri di guerra molto diversi.

Il secondo conflitto mondiale, racconta tante volte il protagonismo dell'Alpino, fatto di abnegazione, di gesta eroiche e di altruismo.


L'idea di fare ricorso all'ardesia in questa celebrazione, è motivata dalla contiguità di questa pietra con il territorio di montagna e dunque in qualche modo, e in maniera "simbiotica", con l'universo di formazione del Soldato Alpino.


In Italia l'ardesia viene estratta nel promontorio ligure, ma affioramenti coltivati a cava, si trovano nelle Alpi Orobiche, in Lombardia, ai confini con la Svizzera.


C'è una caratura estetica in questa roccia che sta nella monocromia del grigio, quasi nero, e nelle nervature della superficie che rendono percettibile al tatto lo spacco naturale.

La lavorazione su questa lastra è consistita nella levigatura e patinatura del lato decorato con il disco e le scritte in bronzo.

Gli spacchi che si vedono sui fianchi, sono stati fatti con la tecnologia a idrogetto e vogliono evocare il senso di ferita, mentre la sommità disegna una cresta di montagna.

Origina dal comprensorio delle Alpi Apuane, rappresentandone tra l'altro una varietà prestigiosa, la lastra a terra in marmo Bianco Vagli che si coordina con la cornice al disco.


Le foto che seguono, cristallizzano alcuni momenti della lavorazione intorno a questa stele e vogliono consegnare a chi legge, il racconto del suo realizzo."


Alberto Possamai





tecnica antica


In una cava di ardesia il cavatore è in procinto di divedere una lastra nello spessore desiderato. Con un picchettio fatto con scalpello e martello, le mani esperte del cavatore "attaccano" il lato della lastra che occorre dividere. Il suono che riverbera l'urto dello scalpello quando colpisce la lastra, marca in maniera incontrovertibile la fenditura naturale dell'ardesia, che si apre come fosse la pagina di un libro di roccia.



indizi di natura


A valle dei siti di cava delle Alpi Orobiche, una processione di mucche sembra marcare il territorio, conferendo allo stesso un attributo di incontaminata armonia e rupestre naturalezza.

La roccia di Ardesia è di derivazione triassica: si calcola abbia un'età di almeno 225 milioni di anni.



LABORATORIO POSSAMAI & ZANONI: La tecnica a idrogetto dà forma alla stele del monumento



Lo scalpello per preparare l'alloggio dell'effige di bronzo.



Il Maestro Grava mentre abbozza il profilo di montagna.



Le lettere in bronzo sono fissate a mano, una ad una.



Gli alpini del Gruppo Solighetto al lavoro: le manovre di posa in opera della stele.





In attesa di Domenica 24 Aprile 2016



Denominazione petrografica di Ardesia: scisto di argilloso di cromia grigio scuro

Cave di Ardesia in Italia: sono note le cavi liguri, con coltivazione in galleria. Siti di coltivazione a cielo aperto si trovano in Lombardia e in Toscana

Peso della stele: circa 400Kg

Altezza: 250 cm compresa la parte interrata.

Larghezza e spessore: 61 x 8 cm

Estrazione in cava: Novembre 2015


La lastra di marmo bianco venato ai piedi della stele e la cornice al disco di bronzo sono realizzate in marmo Calacatta Vagli, proveniente dalle Alpi Apuane.


Lavorazione: Marzo 2016

Messa a dimora: 20 Aprile 2016






 
 
 

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